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La rabbia dal punto di vista bioenergetico

  • Immagine del redattore: Carla Aluffo
    Carla Aluffo
  • 15 mar
  • Tempo di lettura: 1 min

Aggiornamento: 26 mar

Dal punto di vista bioenergetico, la rabbia non espressa si fissa nel corpo in diverse zone, a seconda di come viene trattenuta e della storia emotiva di ciascuno di noi.


Può accumularsi nella mandibola e nelle mascelle, portando a tensione cronica, bruxismo e mal di testa. A volte sono spalle e collo a irrigidirsi, dando origine a dolori e a tensioni muscolari persistenti.


Un altro punto cruciale è il diaframma: trattenere la rabbia significa spesso bloccare il respiro, creando una sensazione di oppressione al petto e rendendo più difficoltosa la respirazione profonda. Questo stato di chiusura coinvolge anche l’area del plesso solare, con effetti sullo stomaco e sul sistema digestivo.


Anche gli arti superiori risentono della rabbia inespressa: le mani e le braccia, se non possono tradurre l’emozione in azione, tendono a trattenere l’energia sotto forma di tremori, tensioni o dolori muscolari.


Per sciogliere questi blocchi, è essenziale coinvolgere il corpo con pratiche che permettano di dare forma e spazio all’energia repressa. Il movimento consapevole, la voce, la respirazione e l’espressione creativa possono trasformare la rabbia in forza, in presenza, in potenza vitale.




 
 
 

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